AI Champions: ecco perché il Pharma ha bisogno di cultura, tanto quanto della tecnologia
Nel pharma il problema dell’AI non è la tecnologia, ma la cultura. Gli AI Champions non hanno un titolo, ma un mindset vincente: curiosi, pragmatici, collaborativi e resilienti. Sono loro la scintilla che trasforma la tecnologia in un cambiamento concreto e duraturo.

Il settore farmaceutico non è certo estraneo ai paradossi. Uno dei più evidenti al giorno d’oggi è proprio che, sebbene le tecnologie di intelligenza artificiale siano pronte e la necessità di business sia innegabile, l’adozione rimane lenta. Come ha recentemente sottolineato il nostro co-fondatore Michele Barana, il tassello mancante non è il codice, ma la cultura.
Oltre gli strumenti, verso la cultura
Il pharma è un settore in cui complessità e conformità spesso fanno sembrare le trasformazioni lente. Eppure, il potenziale dell’AI è enorme: processi più rapidi, insight più precisi, maggiore personalizzazione nell’engagement.
Tuttavia, la vera differenza non risiede in nuove piattaforme, ma nelle persone che le utilizzano. Noi li chiamiamo AI Champions. Non per un titolo formale, ma per il loro mindset: abbastanza curiosi da provare nuovi strumenti, pragmatici nel concentrarsi sulle applicazioni concrete, collaborativi nel condividere ciò che imparano e resilienti nel continuare a sperimentare anche quando qualcosa non funziona.
Non solo apprendimento, ma anche tanta pratica
Ma cosa fanno concretamente gli AI Champions? Il loro approccio è semplice ma potente: learning by doing e sharing is caring.
Affrontano l’AI non come un esercizio teorico, ma tramite sperimentazione pratica e collaborazione trasversale. Prendiamo l’esempio della creazione di video. Quando i nostri team hanno dovuto selezionare lo strumento di AI più adatto, esperti tecnici, formatori, consulenti e professionisti del marketing hanno unito le forze per testare e validare diverse piattaforme. Attraverso sperimentazione iterativa e confronto aperto, abbiamo identificato gli strumenti davvero utili, bilanciando praticità ed esigenze di business. Questo approccio pratico e guidato dalla comunità trasforma la sperimentazione in risultati concreti e promuove una cultura in cui le soluzioni di AI vengono co-create, sono affidabili e scalabili.
Dalla cultura interna all’impatto sui clienti
Il risultato dell’accelerazione dei processi di adozione dai nostri AI Champions, si estende ben oltre la nostra organizzazione. Anche i nostri clienti sperimentano un’innovazione più rapida e pertinente nei prodotti e nelle soluzioni di cui si fidano.
Poiché i Champions sperimentano presto e condividono apertamente, i nostri prodotti evolvono in risposta a sfide reali. I miglioramenti non vengono semplicemente elencati su una roadmap: nascono da esperienze vissute.
Questo si traduce in:
- Funzionalità rilevanti, perché derivano da casi d’uso reali.
- Tempi di consegna più rapidi, perché le idee vengono testate e affinate prima della scalabilità.
- Soluzioni affidabili, perché la compliance e la praticità sono integrate sin dall’inizio.
I Champions ci ricordano che l’innovazione non consiste nel lanciare qualcosa di nuovo per il gusto di farlo: significa rendere i prodotti più preziosi, utilizzabili e ad alto impatto per la vita lavorativa quotidiana.
Perché i piccoli successi contano
Troppo spesso le iniziative di AI nel pharma iniziano come progetti pilota che non vengono mai scalati. I Champions cambiano questa dinamica. Un marketer che usa l’AI per generare variazioni di campagne in poche ore invece che in settimane. Un sales manager che ottimizza i piani di visita con risultati misurabili. Un compliance officer che testa revisioni assistite dall’AI per accelerare le approvazioni.
Queste storie possono sembrare piccole, ma generano un effetto domino. Ogni successo ispira altri, dimostrando che nel pharma il cambiamento duraturo nasce meno da grandi programmi e più da vittorie pratiche che costruiscono fiducia.
Un cambio di prospettiva strategico per il pharma
La lezione per il settore è chiara: l’adozione dell’AI non è un problema tecnico, ma culturale.
I Champions incarnano il mindset che rende l’innovazione sostenibile. Garantendo che, man mano che la tecnologia evolve, anche l’organizzazione evolva con essa. Non sono solo early adopters. Sono la scintilla che trasforma la tecnologia in cambiamento, e la forza che rende l’innovazione nel pharma non solo possibile, ma anche sostenibile.